Le materie plastiche sono definite come
polimeri sintetici insolubili in acqua che possono essere stampati, estrusi o manipolati fisicamente in varie forme solide che mantengono le loro forme definite nelle applicazioni previste (vale a dire uso e smaltimento).
Cosa sono le microplastiche
La microplastica è composta di particelle molto piccole di materia plastica (generalmente inferiori a 5 mm). Tali frammenti possono formarsi accidentalmente a seguito del deterioramento di pezzi di plastica più grandi, compresi i tessuti sintetici, oppure veongono fabbricati e aggiunti intenzionalmente a determinati prodotti per uno scopo specifico, ad esempio in cosmesi in prodotti scrub per conferire un'azione esfoliante in preparati per il corpo e per il viso.
Pertanto, particelle di plastica di dimensioni
inferiori a 5 millimetri,
insolubili in acqua e
non biodegradabili, sono considerate microplastiche.
Microplastiche e cosmesi
In ambito cosmetologico, il termine "microplastica" fa riferimento a tutti i tipi di minuscole particelle di plastica che vengono aggiunte intenzionalmente a prodotti cosmetici per la cura personale.
Alle microplastiche è stato attribuito dall'industria cosmetica il termine di microsfere (
microbeads), queste vengono impiegate in prodotti a riasciacquo come shampoo e scrub ma anche altri prodotti cosmetici, come lozioni solari, creme idratanti e prodotti per il make-up che non necessitano di risciacquo.
È importante sottolineare che non è possibile determinare se il prodotto cosmetico contiene microsfere di plastica semplicemente cercando il nome di un ingrediente sull'etichetta: gli ingredienti che condividono lo stesso nome possono essere utilizzati come microsfere di plastica in un prodotto o come liquido in un altro, a seconda del processo di fabbricazione del polimero. Il polietilene è un esempio di tale ingrediente che può essere trovato in forma solida o liquida. I nomi sull'etichetta non significano che sono microsfere di plastica.
Microplastiche e altri settori di utilizzo
Come già accennato le microplastiche sono impiegate in ambito cosmetico, ma il loro utilizzo non è limitato a prodotti per la cura della persona, vengono infatti utilizzate anche in altri settori come detergenti e prodotti per la pulizia, vernici, prodotti dell'industria petrolifera o per la sabbiatura abrasiva o ancora in fertilizzanti.
Impatto ambientale
Il principale problema legato all'uso di microplastiche è rappresentato dalla loro
persistenza a lungo termine nell'ambiente, esse sono infatti molto resistenti alla degradazione. Le microplastiche sono in grado di raggiungere il sistema fognario quando ad esempio vengono impiegate in prodotti che richiedono un riasciacquo come shampoo o scrub. Gli impianti di trattamento delle acque reflue non sono in grado di filtrare le microsfere le quali pertanto raggiungeranno i mari con la conseguente ingestione da parte degli animali marini come pesci e crostacei, fino ad arrivare sulle nostre tavole.
Stima della contaminazione ambientale da microplastiche
Come indicato dall'European Chemicals Agency
ECHA si stima che, di tutta la plastica utilizzata, una percentuale compresa tra il 2% ed il 5% finisca negli oceani, di questa tuttavia, solo una parte è rappresentata da microplastiche e che la quantità di microplastiche intenzionalmente aggiunte ai prodotti costituisca una percentuale relativamente ridotta rispetto al totale della plastica che purtroppo va a inquinare i mari.
Uno
studio condotto nel 2012 ha stimato che il potenziale contributo del settore europeo dei cosmetici e della cura personale sia compreso tra lo 0,1% e l'1,5% sul totale dei rifiuti di plastica che finiscono nei mari. Tuttavia, questo valore si è notevolmente ridotto tra il 2012 e il 2015 a seguito degli impegni volontari del settore cosmetico.
Industria cosmetica e microplastiche
L'industria cosmetica supporta e condivide gli sforzi atti a proteggere e preservare l'ambiente riducendo la quantità di plastica che finisce nei mari ed ha agito impegnandosi concretamente per ridurre l'impatto ambientale, cercando e attuando azioni importanti al fine di ridurre e abbandonare l'impiego di microplastiche nei prodotti a risciacquo.
Molte aziende che in precedenza utilizzavano microsfere di plastica stanno cercando di sostituirle, o lo hanno già fatto, con alternative tra cui quelle a base di cera d'api, cera di crusca di riso, cere di jojoba, amidi derivati da mais, tapioca e carnauba, alghe, silice, argilla e altri composti naturali.
Nell'ottobre del 2015
Cosmetics Europe ha raccomandato ai suoi membri di interrompere, entro il 2020, l'uso di particelle sintetiche, solide, di plastica (microsfere) usate per esfoliare e purificare, che non sono biodegradabili nell'ambiente acquatico.
"In considerazione delle preoccupazioni del pubblico espresse sui rifiuti di plastica nell'ambiente marino, e data la disponibilità di materiali alternativi, Cosmetics Europe raccomanda alle proprie aziende associate di sospendere, in prodotti cosmetici wash-off immessi sul mercato a partire dal 2020: l'uso di particelle solide sintetiche di plastica utilizzate per l'esfoliazione e la pulizia, non biodegradabili nell'ambiente marino (microsfere - microbeads)."
Questa raccomandazione si basava su iniziative volontarie già intraprese dalle singole aziende associate di Cosmetics Europe.
Risultati ottenuti dall'industria cosmetica
Un sondaggio di Cosmetics Europe, condotto nel 2016 e riguardante il 2015, ha valutato l'efficacia delle azioni volontarie attuate delle aziende del settore. L'indagine di Cosmetics Europe ha rilevato una
riduzione rapida e
sostanziale pari all'82% nell'uso di microsfere di plastica a scopo esfoliante e detergente nei prodotti cosmetici e per la cura della persona nel 2015 rispetto al 2012.
L'industria cosmetica, come emerge dai dati rilasciati da Cosmetics Europe nel 2018 in occasione del
Call For Evidence di ECHA, a seguito delle azioni volontarie intraprese dalle aziende cosmetiche e della raccomandazione della stessa Cosmetics Europe, ha
abbattuto del 97,6% l'utilizzo di microsfere di plastica in prodotti esfolianti e nei prodotti cosmetici a risciacquo per la cura della persona tra il 2012 e il 2017. La riduzione del 97,6% dell'uso di microsfere testimonia quindi il
reale impegno dell'industria cosmetica che ha ridotto l'utilizzo di microplastiche per un quantitativo pari a circa 4250 tonnellate.
Le microplastiche sono dannose per l'uomo e per la vita marina?
Non ci sono ricerche che dimostrano che i rifiuti in microplastica danneggino pesci o altre specie acquatiche a livelli rilevanti dal punto di vista ambientale. Inoltre, un rapporto sui rifiuti di plastica del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (
UNEP), non ha riscontrato prove sufficienti tali da permettere di concludere che le microplastiche rappresentino una minaccia per l'uomo.
Una teoria proposta indica che le particelle e le fibre microplastiche fungano da mezzo di trasporto per sostanze chiamate "
persistent organic pollutants" (POP), ovvero inquinanti organici persistenti nell'ambiente, portando ad un aumento dell'esposizione della vita acquatica e marina agli inquinanti tossici. Tuttavia, numerosi studi* indipendenti hanno scoperto che la microplastica non aumenta l'esposizione della fauna selvatica a queste tossine.
Alcuni studi** hanno permesso di controbattere i risultati ottenuti dal altri studiosi che esponevano preoccupazioni sull'esposizione della vita marina in quanto sono stati utilizzati livelli irrealisticamente elevati di microplastica, producendo risultati che non riflettono ciò che effettivamente accade nell'ambiente.
Normativa italiana in tema di microplastiche
La
Legge 27 Dicembre 2017 n. 205 (Legge di Bilancio 2018) ha di fatto introdotto il divieto di messa in commercio di prodotti cosmetici a risciacquo ad azione esfoliante o detergente contenenti microplastiche a partire dalla data del
01/01/2020 (art. 1 comma 546).
La Legge 205/2007, nell'articolo 1 comma 547a fornisce anche la definizione di microplastiche, ovvero:
"le particelle solide in plastica, insolubili in acqua, di misura uguale o inferiore a 5 millimetri, intenzionalmente aggiunte nei prodotti cosmetici"
La Legge 205/2007 stabilisce anche sanzioni amministrative in caso di trasgressione. Tali sanzioni, in caso di recidiva, possono comportare addirittura la
sospensione dell'attività produttiva fino a 12 mesi.
Pertanto viene bandito l'utilizzo di microplastiche in prodotti a risciacquo, ma non in altre categorie di prodotti leave-on.
ECHA e microplastiche
Nel 2018 la Commissione Europea ha attivato l'ECHA (Agenzia Chimica Europea) per la preparazione di una proposta di restrizione, in ambito Reach, dell'uso di particelle di microplastica aggiunte intenzionalmente a prodotti di ogni tipo. Nel marzo del 2019, l'ECHA ha pubblicato la sua proposta e ha aperto una consultazione pubblica che è stata lasciata aperta fino al 20 settembre 2019.
I comitati scientifici dell'ECHA per la valutazione dei rischi (
RAC) e l'analisi socioeconomica (
SEAC) prenderanno in considerazione le informazioni ricevute in considerazione delle loro opinioni sulla proposta di restrizione, e valuteranno i costi e i benefici della proposta e la necessità di una disposizione transitoria. I pareri dei comitati saranno finalizzati all'inizio del 2020, dopodiché verranno inviati alla Commissione per il processo decisionale.
L'industria cosmetica, tramite Cosmetics Europe, ha espresso la propria posizione nei confronti di una definizione, considerata troppo ampia, che ECHA ha attribuito alle microplastiche nel dossier di restrizione e che di fatto implicherebbe l'esclusione di molti ingredienti che Cosmetics Europe non considera microplastiche.
* Gouin, T., Roche, N., Lohmann, R., Hodges, G. 2011. A Thermodynamic Approach for Assessing the Environmental Exposure of Chemicals Absorbed to Microplastic. Environmental Science and Technology 45 (4): 1466–1472
* Koelmans, A.A., Nakir, A., Burton, G.A., Janssen, C.R. 2016. Microplastic as a Vector for Chemicals in the Aquatic Environment. Critical Review and Model-Supported Re-interpretation of Empirical Studies. Environmental Science and Technology 50 (7): 3315-3326
** Kaposi, K.L., Mos, B., Kelaher, B.P., Dworjanyn, S.A. 2014. Ingestion of Microplastic has Limited Impact on a Marine Larva. Environmental Science and Technology 48 (3): 1638–1645
** Mazurais, D., Ernande, B., Quazuguel, P., Severe, A., Huelvan, C., Madec, L., Mouchel, O., Soudant, P., Robbens, J., Huvet, A., Zambonino-Infante, J. 2015. Evaluation of the Impact of Polyethylene Microbeads Ingestion in European Sea Bass (Dicentrarchus labrax) Larvae. Marine Environmental Research 122: 78-85 Foto:
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